San Carlo Canavese
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Riserva Naturale orientata della Vauda
Il territorio Sancarlese è in parte interessato dalla “Riserva Naturale Orientata della Vauda”: area caratterizzata da un'ampia zona pianeggiante punteggiata di stagni e laghetti, con numerose bassure e ristagni di rii di drenaggio, che ricordano nell'insieme la Baraggia vercellese.
Notevole interesse naturalistico rivestono le zone umide e a brughiera (relitti di brughiera pedemontana) caratterizzate da una vegetazione di tipo steppico a base di eriche e graminacee con l'associazione di numerose specie botaniche non rare, ma non eccessivamente diffuse. Anche l'aspetto archeologico riveste notevole interesse, pur essendo stati fatti fino ad ora, soltanto sporadici sondaggi che hanno comunque fatto rilevare la presenza di reperti celtico romanici.
Cappella sconsacrata di San Carlo Borromeo
La chiesa di San Carlo Borromeo, oggi sconsacrata, fu edificata nel 1621 ed eretta a parrocchia finché non fu sostituita in tale funzione dalla nuova Chiesa di San Carlo Borromeo.
Chiesa di San Carlo Borromeo
La chiesa parrocchiale sorge al centro del paese, di fronte all’antica cappella di San Carlo Borromeo.
Una tradizione locale narra che nel lontano 1859 visse a San Carlo, in casa Foch, una contadina di nome Aimone Audenino Maria Catterina, donna pia e caritatevole. Una mattina recandosi come ogni giorno alla Messa, poco distante dalla sua casa vide la Madonna. La donna, inginocchiatasi si mise a pregare, incredula della visione.
Chiesa di Santa Maria di Spinerano
. La costruzione risale al XI secolo, su un territorio denominato Spineranno, dipendente insieme alle chiese di Ciriè dalla pieve di San Maurizio Canavese. Originariamente era a tre navate, due terminanti con abside e la terza con il campanile. Nel 1349 risulta tra le proprietà dell’abbazia di San Mauro. Per molti secoli questa cappella ebbe un beneficio che ne permise la sopravvivenza e il mantenimento.
Chiesa di Santa Maria Maddalena della Piè
Questa borgata del comune di San Carlo Canavese è l’abitato più antico del paese, ciò che resta di un villaggio medievale probabilmente sorto su un’ abitazione di epoca romana. Il toponimo Liramo legato ad un contesto agricolo è già presente in una donazione di Arduino ad un suo vassallo fatta nel marzo del 1004.